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Schede Verticali
Contesto
Il contesto
1902 : la famiglia Zardini apre un atelier fotografico, il certificato industriale è del 1909
Estare 1914 : le comunità della zona di Cortina d’Ampezzo, nella regione del Tirolo austriaco, vengono coinvolte nella mobilitazione generale, decretata il 31 luglio.
Maggio 1915 : Raffaele Zardini nato nel 1858 è detto il ‘Folòin’ (da ‘follo’- feltro) a causa della sua vocazione imprenditoriale. Si diploma come ebanista a Vienna ed è maestro di costruzioni presso la locale ‘Imperial Regia Scuola Industriale’. Sospettato di irredentismo viene internato nella ‘città di legno’ di Katzenau. Antonia Verocai Zardini, si ritrova a gestire vita e famiglia, composta da 4 figli.
Ad inizio secolo, una serie di elementi peculiari definiscono il contesto:
l'importanza assunta dalla strada che passa dalla Pusteria, successivamente diventata ferrovia
il decollo di un turismo d’èlite, come testimoniato dalle riviste del TCI
la diffusione della fotografia come pratica tra aristocratici e ricchi borghesi
l’impatto di questi elementi con una cultura di montagna dalla forte identità e autonomia (civiltà ladina, maso chiuso, Regole)
28 maggio 1915 : Antonia inizia a fotografare quello che succede nella Cortina del suo tempo e tutto quello che ritiene rilevante per ottenere un racconto documentato. Raccoglie date, nomi e informazioni. Sviluppa da sola le proprie lastre e quelle che le portano i soldati.
Profilo
Uno sguardo lungo 100 anni
a cura di Nadia Grillo
Una donna coraggiosa: Antonia Verocai Zardini di Cortina d’Ampezzo. Una donna che 100 anni fa ha deciso di raccontare la storia e dal maggio del 1915 in poi ha sentito il dovere profondo e l’esigenza di documentare la Prima Guerra Mondiale in corso anche nella sua città e sulle sue montagne, teatro di scontri cruenti tra esercito italiano ed esercito austriaco. Voleva ritrarre per una testimonianza futura i duri momenti della guerra come aveva immortalato con passione e professionalità, insieme alla sua famiglia di fotografi, i giorni felici della popolazione ampezzana e dei turisti nella perla delle Dolomiti e nelle valli limitrofe. Prima moglie e poi madre, ha coniugato la famiglia con il suo lavoro anche durante la guerra. Ha documentato le azioni al fronte, gli incendi, le bombe, i movimenti di truppe in città, la vita di paese nella sua quotidianità nonostante il conflitto, le pause dei soldati. Ha rischiato la vita come molti fotoreporter di oggi. Una passione che come un passaggio di testimone, -100 +100, arriva alle storie di vita e di professione delle reporter contemporanee.
Luoghi
Racconto
Immersione a 360°
Approfondimenti